Franco Pomiato | La febbre
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La febbre

I consigli di UPPA

La febbre non è una malattia ma un sintomo; è fastidiosa perché causa malessere, cefalea, dolori vari, ma è utile in quanto è il primo, il più elementare sistema di difesa che la natura ci ha dato per difenderci dalle infezioni; essa attiva le difese immunitarie e rallenta la crescita dei germi; pertanto non è necessario eliminarla a qualsiasi costo! E` un evento frequente nell’infanzia per cui è bene comunque imparare ad affrontarla con tranquillità.in genere si risolve con la malattia di base

Come misurare la temperatura corporea

• La misurazione va fatta a bambino tranquillo, in una stanza poco calda, lontano dai pasti e meglio se non a letto.
• Può essere rilevata a livello ascellare tenendo il termometro per 3-5 minuti, oppure, se il bambino è piccolo, a livello rettale togliendo alla temperatura ottenuta 5 linee.

 

Quando ci si deve preoccupare

Ci si deve preoccupare non se la febbre c’è oppure no; quanto è alta, quanto dura, ecc.; ciò che conta sono:
le condizioni generali del bambino che dipendono dalla malattia di base; se questa è grave il bambino piange molto oppure in modo debole o ininterrotto; risponde poco agli stimoli o presenta eccessiva sonnolenza;
• la temperatura persiste elevata per più di 24-48 ore;
• rifiuta di alimentarsi e di assumere liquidi con rapida perdita di peso;
• particolare attenzione va data se il bambino è sotto l’anno di età e soprattutto sotto i 3 mesi;
• Viceversa non ci si deve preoccupare per i primi giorni se la febbre è moderata e il bambino è in buone condizioni generali; oppure se la febbre non scende subito dopo la somministrazione dell’antipiretico.

 

Cosa fare in caso di febbre

• somministrare liquidi a piccoli sorsi, meglio se zuccherati, come acqua, the o camomilla
• non forzare l`alimentazione a qualsiasi costo!
• tenere il piccolo in ambiente fresco, con vestiti leggeri o addirittura spogliato: così si permette al corpo di disperdere calore
• somministrare un farmaco antipiretico (contro la febbre) solo se la temperatura è elevata (39°) e/o il bambino è irritabile o comunque disturbato
• L`antipiretico si usa quando la temperatura ascellare supera i 38,5° oppure quando si associa a malessere generale e dolore.

 

I farmaci antipiretici:

Paracetamolo: (nomi commerciali: Tachipirina – Efferalgan); è il farmaco di prima scelta; ha un’ottima sicurezza e scarsa tossicità; si può usare fin dai primi mesi di vita; da somministrare preferibilmente per bocca in quanto meglio assorbito; le supposte sono una valida alternativa in presenza di vomito o se il bambino si rifiuta di bere.  Da ripetersi ogni 4-6 ore se necessario. Non serve ricetta medica.
Ibuprofene: (nomi commerciali: Nurofen – Momentkid – Antalfebal); è un farmaco antinfiammatorio, antipiretico ed antidolorifico; si può usare a partire dai sei mesi di vita; presenta qualche effetto collaterale tipico dei FANS.
In casi selezionati e per periodi non superiori a 3 giorni si può usare il Paracetamolo e l’Ibuprofene in associazione alternata ogni 4 ore
• La via di somministrazione preferita è quella orale. Nei bambini fino a 1 annodi età si può usare la via rettale (1 supp da 125 mg) oppure le gocce (3 gocce per ogni Kg di peso.
• Alcuni farmaci che venivano molto usati in passato, non si possono più somministrare in età pediatrica in quanto possono avere importanti effetti collaterali – La Novalgina può indurre agranulocitosi – L’Aspirina può essere associata alla Sindrome di Reye
• E’ importante sapere che il farmaco inizia la sua azione dopo mezz’ora – un’ora; terminato l’effetto la febbre può risalire le dosi possono essere ripetute dopo 4-6-8 ore, a seconda del farmaco usato, se la febbre si mantiene elevata
• Se il bambino riposa tranquillo è meglio non disturbarlo per misurare la temperatura, somministrare gli antifebbrili, o altro.

 

Quando consultare il pediatra?

• subito se il bambino ha meno di un anno
• se la febbre persiste elevata per più di 24 ore e non scende con l`uso di farmaci antipiretici
• se il bambino presenta disturbi particolari quali difficoltà di respiro, rigidità, sonnolenza e iporeattività anche quando la temperatura è scesa
• Se il bambino è in buone condizioni generali e non presenta i sintomi suddetti è preferibile attendere almeno 24-48 ore prima di portarlo dal pediatra; tale attesa è spesso utile perché si chiarisca meglio il quadro clinico.
• E` bene ricordare che la febbre in sé non è una controindicazione al trasporto in auto del bambino.

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I CONSIGLI DI UPPA (UN PEDIATRA PER AMICO)

Convulsioni febbrili: cosa c’è da sapere
 

La febbre

La febbre non è un sintomo cattivo, ma una reazione del nostro organismo che si sta difendendo da una malattia. A questo punto viene spontanea la domanda: se la febbre è un segno dell’impegno dell’organismo a difendersi, abbassandola con i farmaci antifebbrili non rallentiamo la guarigione?

Facciamo bene ad abbassare la febbre?
È stato provato che per alcune malattie infettive l’uso dei farmaci contro la febbre prolunga lo stato patologico. Nulla di grave, ma il concetto è chiaro: non è necessario abbassare la febbre per aiutare la guarigione da una malattia infettiva. Dare una medicina contro la febbre non avvantaggia le difese dell’organismo e non favorisce la guarigione.

Quando utilizzare un farmaco?
Il farmaco contro la febbre (paracetamolo o ibuprofene) va utilizzato solo se il bambino è sofferente, ossia se la malattia porta dolore, difficoltà a nutrirsi (bere o mangiare) o a dormire. L’obiettivo primario del trattamento della febbre, quindi, dovrebbe essere quello di migliorare il suo stato di salute generale, piuttosto che concentrarsi sulla normalizzazione della temperatura corporea.

Non tutti i mali vengono per nuocere…
Bisogna ricordare che una febbre elevata non significa necessariamente che la malattia sia più grave. Oltre a essere informati sulla sicurezza e sui rischi dell’utilizzo del farmaco, i genitori devono sapere che la febbre di per sé non fa male e non è cattiva, ma è la risposta naturale all’infezione. Ed è l’infezione che noi vogliamo combattere, non la febbre.

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Le convulsioni febbrili

In questi momenti è importante che il genitore mantenga la calma per aiutare il bambino a superare il difficile momento
Una delle maggiori paure legate agli episodi febbrili riguarda il manifestarsi delle convulsioni, un evento benigno ma che genera molta ansia, soprattutto in chi non lo conosce. Durante la crisi, infatti, il bambino non è cosciente e i movimenti convulsi, insieme alla mancata risposta agli stimoli, rendono veramente difficile per il genitore mantenere la calma.

Miti da sfatare
Quasi tutte le convulsioni febbrili sono “buone”. Tuttavia bisogna sfatare alcuni miti che generano ulteriori ansie nei genitori: “convulsione” non vuol dire “meningite” e non vuol dire neanche “epilessia”, né comporta un maggior rischio di sviluppare epilessia in futuro; sarà il pediatra a valutare la situazione e distinguere le convulsioni febbrili da forme di convulsione di altra natura, molto più rare.
Occorre inoltre considerare che le crisi febbrili si verificano solo fino all’età di 5-6 anni; e che per la maggior parte dei casi si verificano una sola volta; inoltre c’è una certa familiarità

Calma e sangue freddo
In caso di convulsione, per quanto possa sembrare difficile, anzi, difficilissimo, la prima cosa da fare è mantenere la calma. La maggior parte delle convulsioni febbrili si risolve in meno di tre minuti, dopo di che il genitore potrà chiamare il proprio pediatra per raccontargli l’accaduto e farsi consigliare sulla necessità e sulla tempistica di una visita.
Se il bambino ha già avuto una precedente crisi convulsiva ed è stato ricoverato in Ospedale, dovrebbe essere stato adeguatamente istruito su come gestire eventuali crisi successive; in particolare dovrebbe avere sempre a disposizione microclismi di Diazepam (Micropan) da 5 o 10 mg a seconda del peso del bambino, da fare per via rettale in caso di necessità

Cosa fare e cosa non fare
Quella di ricoverare il bambino è una misura raramente necessaria, e non bisogna mai portarlo al pronto soccorso con mezzi propri se c’è una crisi convulsiva in corso. Insomma, le convulsioni febbrili spaventano (tanto) e non si possono evitare, ma se si conoscono possono essere affrontate con più serenità e sangue freddo