Franco Pomiato | La salute dei denti dei bambini
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La salute dei denti dei bambini

Nella presente scheda, elaborata con la collaborazione del Prof. Sergio Mazzoleni, titolare della Cattedra di Pedodonzia dell’Università degli Studi di Padova, vengono trattati i seguenti argomenti relativi alla salute dei denti dei bambini:

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TRAUMI DENTARI

I traumi dentari in cui c’è la massima necessità e urgenza di valutazione e di trattamento sono:

        • Avulsione di dente permanente.
        • Lussazione intrusiva del dente deciduo.
        • Frattura di corona dentale con esposizione della polpa.

       

       Avulsione di dente permanente.

              • Reimpiantare nel più breve tempo possibile il dente e riferirsi subito ad un odontoiatra esperto in traumatologia.
              • Se non è possibile la suddetta manovra immergere rapidamente (entro al massimo 60 minuti) il dente avulso in un liquido opportuno e riferirsi subito ad un odontoiatra esperto in traumatologia.
              • Se il dente è stato conservato a secco per più di 60 minuti immergerlo comunque in un liquido opportuno e riferirsi rapidamente ad un odontoiatra esperto in traumatologia per il reimpianto che avrà, purtroppo, come esito il riassorbimento della radice ma in tempi lunghi.
              • I DENTI DA LATTE NON SI REIMPIANTANO.

             

            Lussazione intrusiva del dente deciduo.

                    • Rivolgersi il più presto possibile ad un odontoiatra esperto in traumatologia che valuterà se ridurre la lussazione, estrarre il dente deciduo oppure attendere una rieruzione spontanea del medesimo.

                   

                  Frattura di corona dentale con esposizione della polpa.

                          • Per un bambino in cui si riscontri l`esposizione della polpa di un dente permanente in seguito a trauma, c’è la possibilità che IL DENTE POSSA ESSERE RICOSTRUITO MEDIANTE REINCOLLAGGIO DEL FRAMMENTO PERSO;
                          • per questo  è estremamente importante sia portato immediatamente da un odontoiatra esperto di traumatologia per salvaguardare la vitalità pulpare .
                          • É importante per questo raccomandare ai genitori di cercare e conservare il frammento medesimo; a questo scopo va bene la conservazione in acqua ( o meglio soluzione fisiologica ) in frigorifero anche per un tempo prolungato.

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                        LA CARIE DENTARIA NEL BAMBINO.

                        Chi vuol approfondire l’argomento, può consultare il seguente documento elaborato dagli esperti del Mnistero della Salute (Novembre 2013) “Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva”: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2073_allegato.pdf

                        ALIMENTAZIONE indicata per prevenire la carie

                        Tutti gli alimenti che contengono zuccheri contribuiscono, in maniera più o meno marcata, alla formazione della carie dentale in quanto i carboidrati sono metabolizzati da alcuni batteri della flora orale con la formazione di acidi che danneggiano lo smalto.  Sono cariogeni tutti i carboidrati fermentabili; quelli semplici, quali il glucosio, saccarosio, fruttosio; ma anche le molecole più complesse come l`amido
                        Molto importante è anche la consistenza degli zuccheri ingeriti; infatti, risultano maggiormente dannosi gli alimenti molto viscosi, come marmellata, miele, caramelle o cioccolato, i quali aderiscono ai denti aumentando così la loro permanenza nel cavo orale

                        Ai fini della prevenzione della carie il problema principale non è cosa dargli da mangiare, bensì come si alimenta e con quale frequenza.  Molti bambini mangiano poco ai pasti principali, mentre poi fanno molti spuntini fuori pasto e in genere con cibi ricchi di carboidrati come panini o biscotti e merendine.  Altri bambini assumono abitualmente caramelle, chewing-gums zuccherati o bevande zuccherate (per esempio the freddo confezionato).  Queste assunzioni frequenti, anche se di modesti quantitativi di zuccheri, provocano una condizione di prolungata acidità nel cavo orale. L’assunzione ripetuta e frequente di piccole quantità di zuccheri fermentabili costituisce pertanto una condizione locale notevolmente favorevole alla carie.  Più frequenti sono i pasti e più prolungata è la permanenza del cibo in bocca, tanto maggiore è il rischio che i batteri producano carie ai denti.  Alcuni alimenti, spesso ritenuti insospettabili, contengono zuccheri e amidi. Esempi sono la frutta, il latte, il pane, i cereali e anche alcuni tipi di verdura. Più evidente è invece il contenuto in zuccheri di dolci, bibite e bevande zuccherate, succhi di frutta, thè, merendine varie, snacks e yogurt zuccherati.  È dimostrato che è meno pericolosa l’assunzione di zuccheri se concentrata ai pasti principali perché risultano meno nocivi: durante il pasto viene prodotta più saliva, che aiuta a rimuovere il cibo dalla bocca e quindi a ridurre gli effetti degli acidi. Dolci e caramelle quindi, è meglio mangiarli al termine di un pranzo che non tra i pasti!

                        Suggerimenti semplici ma efficaci, ai fini della prevenzione della carie, possono essere:

                                  • Limitare il numero degli spuntini: ogni volta che si introduce in bocca  cibo contenente zuccheri i denti vengono attaccati da acidi per 30-40 minuti prima che il pH salivare torni in fase neutra.
                                  • Ricordarsi che, paradossalmente, provoca maggiori attacchi acidi l’assunzione ripetuta più volte durante il giorno di zuccheri anche se in piccola quantità (ad Es. caramelle) che l’assunzione una sola volta e tutta insieme di una quantità ben maggiore di sostanze dolci (ad Es. grossa fetta di torta)
                                  • Per gli spuntini preferire alimenti meno cariogeni  come formaggio, yogurt naturale o frutta rispetto a dolci, merendine, cioccolata, snacks confezionati.
                                  • Prestare attenzione agli zuccheri “non evidenti”: ad es. il latte vaccino contiene il lattosio in ragione di circa 50gr/litro.
                                  • Usare bevande non zuccherate, meglio solo acqua.
                                  • Disciplinare l’assunzione di cibo non assumendo sostanze o bevande zuccherate quali il latte, la camomilla zuccherata, succhi di frutta nelle ore notturne dove il ristagno in bocca è massimo e la deglutizione si riduce nel sonno al fine di evitare la cosiddetta “Sindrome da Biberon”.
                                  • Dopo essersi lavati i denti alla sera non si deve mangiare più nulla. Se il bambino ha sete: acqua!  

                        LA SINDROME DA BIBERON

                        Età molto precoci di insorgenza o numero elevato di carie indicano quadri di maggior severità della patologia.  Si può assistere alla distruzione più o meno estesa della dentatura da latte fino a interessare nei casi più gravi, la totalità dei denti presenti in arcata.  Spesso i genitori stentano a credere che una tale distruzione cariosa sia dovuta unicamente all`uso improprio di sostanze zuccherate.  In realtà è proprio un comportamento errato (come l`abitudine di far addormentare i bambini somministrando loro biberon contenenti liquidi zuccherati) il principale, se non l`unico, responsabile di questo quadro di grave compromissione dentaria.  Il ristagno di zuccheri a contatto con i denti è in grado in brevissimo tempo, di causare carie multiple distruttive a rapidissima progressione.  Chiaramente gravi distruzioni cariose dei denti da latte sono dovute a qualunque assunzione smodata di sostanze dolci e non necessariamente al solo uso del biberon notturno: ad es. il succhiotto intinto nel miele o più semplicemente mangiare indisciplinatamente caramelle.

                        La distruzione dei denti si accompagna a sintomi fastidiosi come gonfiore delle gengive, alito cattivo, ascessi ricorrenti  e nei casi più gravi può arrivare fino a compromissione dello stato generale di salute con disturbi di crescita e  del rendimento scolastico.

                        Può comparire prestissimo: non raramente a 3-4 anni la sindrome è già ampiamente manifesta.

                        Non è una sindrome di rara osservazione e colpisce soprattutto i gruppi socio-economici disagiati.

                        LA FLUOROPROFILASSI

                        La  fluoroprofilassi per la prevenzione della carie si è dimostrata essere una procedura sicura e altamente efficace; infatti si ritiene unanimemente che la principale ragione per cui è diminuita la incidenza della carie  al giorno d’oggi sia la diffusione di prodotti fluorati“

                         Vie di somministrazione

                        Fluorazione può essere per via topica o per via sistemica

                        La fluorazione per via topica è la più efficace; può essere fatta nei seguenti modi:

                                  • Applicazione di gel
                                  • Sciacqui orali
                                  • Dentifrici
                                  • Vernici

                        La fluorazione per via sistemica è l’apporto di quantità opportune di fluoro alle acque o a altri componenti dietetici per raggiungere la concentrazione ottimale di somministrazione al fine della prevenzione della carie dentale. La via di somministrazione è  sistemica ma l’azione del fluoro si manifesta sempre localmente per intervento diretto sulla superficie dello smalto del fluoro presente nella salivaLe compresse fluorate vanno fatte succhiare per massimizzare l’effetto topico della prevenzione; esse rappresentano un presidio di somministrazione del fluoro per via sistemica nelle regioni dove le acque non sono fluorate.

                        Schema di assunzione delle compresse fluorate:

                                  • Da 6 mesi a 3 anni: 4 goccie oppure, a partire da 1 anno, 1 compressa da 0,25 mg da sciogliere in bocca
                                  • da 3 a 6 anni:  1 compresse da 0,50 mg
                                  • da 6 a 16 anni: 1 compressa da 1 mgoppure 2 gomme

                        IL MODO PIU’ EFFICACE per ottenere  concentrazioni di fluoro sicure e costanti per la prevenzione della carie è comunque: usare 2 volte al giorno un dentifricio fluorato.

                        Tossicità del Fluoro

                        Il rischio di intossicazione acuta dovuta a assunzione accidentale è scarsissimo; comunque il Fluoro è un presidio che va usato sempre sotto la supervisione di un adulto.Il rischio maggiore è l’intossicazione cronica che si manifesta con la fluorosi dentale (macchie bianco-grigiastre dei denti nei casi lievi) ed è dovuta ad apporto prolungato di piccoli sovradosaggi di fluoro da diverse fonti.Un aspetto particolare è dovuto al fatto che il bambino piccolo ingerisce significative quantità di dentifricio.Per questo motivo si consiglia l’uso di dentifrici a minor contenuto di Fluoro per i bambini fino a sei anni di età e di utilizzare sempre una piccola quantità di dentifricio ( “pea size” cioè pari alle dimensioni di un pisello).

                        COSA PUO’ FARE IL DENTISTA?

                                  • Odontoiatria Conservativa dove possibile;
                                  • Estrazioni se sintomatologia grave: ascessi ricorrenti, disturbi generali, perdita di peso… (eventualmente bonifica in Anestesia Generale)

                        Se le abitudini negative non vengono modificate ogni tentativo di cura viene vanificato nel giro di pochi mesi.  È estremamente difficile ottenere la collaborazione per le cure dentali prima dei 4 – 5 anni di età ed è importante che il dentista non insista troppo per non perdere la collaborazione del piccolo paziente in vista della comparsa dei primi denti permanenti che avviene a circa 6 anni con l`eruzione degli incisivi e dei primi molari.  Si agisce anche in base alla sintomatologia.  Spesso il dolore riferito è saltuario e, solitamente, insorge dopo i pasti e il bambino lo riferisce ai denti posteriori “fra un dente e l`altro”.  Questa condizione è` quasi sempre dovuta ad infiammazione gengivale (il bambino non è in grado di distinguere fra dolore gengivale e dolore dentale) causata dell`accumulo di placca batterica e cibo non rimossi tra due denti cariati.In questo caso è sufficiente, anche se la manovra provoca un lieve sanguinamento gengivale, la rimozione dei depositi dalla regione interprossimale ed il dolore scompare per decompressione della regione infiammata.

                        SIGILLATURE OCCLUSALI:

                        “Il sigillante occlusale è una sostanza posta sui solchi e le fessure dei denti per prevenire lo sviluppo della carie”; è una resina molto fluida che viene posta (e fatta aderire con particolare procedura)  sulla superficie masticante dei denti posteriori che statisticamente è la regione su cui si sviluppa oltre il 90% delle carie dei bambini e degli adolescenti.

                        E` particolarmente consigliata la sigillatura del primo molare definitivo che spunta circa a 6-7 anni ma è comunque  opportuno sigillare tempestivamente gli altri denti cuspidati, molari e premolari, una volta erotti in bocca.
                        La metodica di applicazione è semplice e indolore. Le sigillature sono efficaci se inserite in un programma di controlli periodici e di eventuali ripristini o rifacimenti se non più congrue. La riapplicazione del sigillante permette di raggiungere una protezione nei confronti della carie significativamente maggiore di quella ottenuta con singola applicazione di sigillante.I sigillanti posti sui secondi molari, sui molari inferiori e sulle fossette distali sono quelli a maggior rischio di distacco.Il gruppo di pazienti di età compresa tra 5 e 7 anni richiede il maggior numero di rifacimenti a causa della difficoltà di isolare con efficacia il primo  molare parzialmente erotto.I sigillanti sono parte importante della prevenzione della carie: i bambini che non li eseguono sono a più alto rischio  di carie conclamate.

                        SUGGERIMENTI PRATICI 

                                  • Presidi di Igiene Orale Una corretta igiene orale è di fondamentale importanza per evitare la formazione di carie, il suo scopo è l`allontanamento dal cavo orale delle sostanze cariogene, rappresentate dai residui alimentari e dalla placca batterica.
                                  • Come scegliere lo spazzolino per i bambini:Lo spazzolino deve avere della setole di durezza medio-morbida e la testina deve essere abbastanza piccola in modo da poter raggiungere facilmente tutte le superfici dei denti. Deve essere con le setole di nylon perché le setole naturali raccolgono e trattengono i microrganismi e se non sono perfettamente arrotondate danneggiano i denti
                                  • Gli spazzolini per i bambini devono essere facilmente impugnabili (manici più grossi) più corti e più sottili per non causare disturbo nello spazzolamento, inoltre devono essere cambiati almeno ogni tre mesi.
                                  • Come vanno lavati i denti: I denti vanno lavati tenendo la bocca semiaperta e pulendoli a gruppi di 2-3 per volta, il movimento dello spazzolino deve essere in senso verticale, andando dalla gengiva verso i denti (per farlo capire ai bambini si dice di andare “dal rosso verso il bianco”), solo sulle superfici masticatorie risulta efficace un movimento orizzontale.  Ai bambini si suggerisce di disegnare dei “cerchietti” con lo spazzolino tenendo le arcate dentarie semi aperte.
                                  • Quando vanno lavati i denti:Lo spazzolino andrebbe usato dopo ogni pasto:  con particolare cura la sera, in quanto durante la notte eventuali residui alimentari sono facilmente trasformati in acido dai batteri presenti nella placca. 1° asciutto e senza dentifricio – rimozione meccanica della placca 2° uso del dentifricio – come apporto locale di fluoro
                                  • Uso del filo:L`uso del filo interdentale è un valido aiuto per la pulizia degli spazi esistenti tra un dente e l`altro e va incoraggiato precocemente nel bambino.Il suo uso è da considerarsi fondamentale nei casi di affollamento dentario, dove si creano delle nicchie difficilmente raggiungibili con lo spazzolinoNel bambino esistono 4 zone nelle quali è necessario passare regolarmente il filo:  tra  i  due  ultimi  molari  di ciascuna emiarcata.
                                  • E infine ricordarsi … Igiene alla mamme in gravidanza con valutazione della carica batterica della madre e sua diminuzione attraverso prevenzione e cure oontoiatriche conservative.Disciplina alimentare con sospensione delle abitudini alimentari  errate.  Fluoroprofilassi.   Antibatterici locali

                        ALTRI ASPETTI CLINICI E PREVENTIVI

                        La carie è un  fenomeno multifattoriale per il cui sviluppo devono essere necessariamente presenti contemporaneamente i seguenti fattori:

                                  • predisposizione   
                                  • flora batterica cariogena. 
                                  • dieta ricca di zuccheri fermentabili
                                  • Ad essi si aggiunge un quarto fattore importantissimo che è il Tempo inteso soprattutto come frequenza di assunzione di zuccheri fermentabili

                         

                        Flora batterica cariogena.

                        I batteri cariogeni colonizzano il cavo orale del bambino provenendo spesso dalla saliva della madre che pertanto rappresenta la fonte principale dell’infezione.  Come norma di educazione alla salute  va suggerito di ridurre tutte quelle manovre che portano allo scambio di saliva dei genitori con i bambini evitando pertanto di utilizzare promiscuamente posate  o di introdurre nella bocca dell’adulto il succhiotto passatempo o la tettarella del biberon per testarli o “pulirli” dopo cadute a terra.  È dimostrato che tanto maggiore sarà questa contaminazione tra madre e figlio tanto più grave potrà essere l’incidenza della patologia cariosa nei bambini. È un dato di fatto, inoltre, che mamme con gravi quadri di patologia cariosa hanno, solitamente, figli affetti da carie. Per questo motivo è buona norma sensibilizzare le mamme ad  avere la massima cura per la propria salute orale in modo di trasmettere solo minime ed insignificanti cariche batteriche ai propri figli.  È nota, infine, la possibilità di trasmissione orizzontale dei batteri cariogeni tra i bambini soprattutto legata allo scambio degli spazzolini da denti alla scuola materna.

                        La carie dentale è una malattia infettiva, trasmissibile in cui  i prodotti (acidi) dei batteri dissolvono le superfici  dure del dente.

                        Negli ultimi 40 anni, a partire circa dagli anni ’70, si è verificato un drastico declino della carie dentale nei bambini ed adolescenti del mondo occidentale (anche in Italia) dovuto non ad una diminuzione del consumo degli zuccheri, ma al’utilizzazione del fluoro (soprattutto per via topica) e alla diffusione dell’educazione sanitaria in tema di prevenzione.

                        Attualmente l’80% della carie si concentra nel 25-30 % della popolazione infantile e interessa soprattutto soggetti appartenenti a classi sociali svantaggiate socio-economicamente (nella nostra realtà sostanzialmente i figli delle popolazioni immigrate). mentre una sostanziale maggioranza dei bambini e degli adolescenti risulta priva di carie.

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                        TRATTAMENTO ORTODONTICO

                        ORTODONZIA

                      1. L`ortodonzia si occupa di prevenzione, diagnosi e trattamento delle malocclusioni, allo scopo di garantire un`efficiente funzione masticatoria, di ottenere un corretto allineamento dei denti e di migliorare, per quanto possibile, l`aspetto estetico del viso e del sorriso. Pertanto, l`identificazione e la valutazione (in termini di durata e intensità) delle cause che portano a malocclusione dovrebbero avvenire prima possibile, così da pianificare gli interventi necessari e permettere un corretto sviluppo della dentizione e una salute orale ottimale.

                        La classificazione delle malocclusioni è complessa, basata sulla valutazione dei rapporti scheletrici e delle caratteristiche occlusali. Nel primo caso si parla di tre classi di malocclusione: nella malocclusione di classe I il rapporto tra mascellare superiore e mandibola è corretto e ciò comporta solo problemi dentali (protrusione, affollamento, rotazioni); nella malocclusione di classe II il mascellare superiore è collocato troppo in avanti o la mandibola troppo indietro oppure sono presenti entrambe le condizioni; nella malocclusione di classe III, al contrario, è la mandibola a essere posizionata troppo in avanti o il mascellare superiore troppo indietro oppure sono presenti entrambe le condizioni.

                        La valutazione delle caratteristiche occlusali permette poi di distinguere tra morso aperto, profondo, incrociato e affollamento.

                        Si parla di morso aperto quando i denti posteriori sono a contatto mentre quelli anteriori rimangono distanziati; nel morso profondo gli incisivi superiori coprono eccessivamente quelli inferiori, mentre nel morso crociato (monolaterale o bilaterale) alcuni denti superiori chiudono all`interno dei rispettivi denti inferiori, con possibile deviazione della mandibola e asimmetria facciale. Infine, si parla di affollamento nel caso in cui i denti sono sovrapposti, condizione che si instaura in genere perché l`osso di supporto è troppo piccolo o perché i denti sono larghi. In questo caso è frequente che manchi lo spazio necessario perché alcuni denti possano erompere ed essi restano pertanto inclusi.

                        Gli studi condotti per definire la prevalenza delle malocclusioni e la necessità di un trattamento ortodontico sono poco numerosi e la reale entità del problema resta tuttora da approfondire; nei bambini di età compresa tra 5 e 8 anni, è stata riportata una prevalenza di malocclusioni del 32% circa, che sale a oltre il 90% tra 11 e 14 anni di età. Si tratta di numeri elevati, che sottolineano l`importanza di una corretta valutazione dei pazienti sin dai primi anni di vita (quindi ancora con dentizione decidua), per poter intercettare eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche e intervenire con soluzioni che variano al variare dell`età del bambino e dello sviluppo dell`apparato masticatorio. Poiché la dentatura del bambino è in continua evoluzione, sarebbe consigliato ripetere la valutazione a intervalli periodici.
                        Le linee guida del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in materia di prevenzione delle malocclusioni dalla nascita all`adolescenza identificano tre periodi evolutivi, caratterizzati da problematiche diverse e da diverse tipologie di intervento

                         

                                  • dalla nascita ai 3 anni: nei primi mesi di vita, l`allattamento al seno esercita un`azione favorevole sullo sviluppo delle ossa del viso, svolta dalla muscolatura durante la suzione. L`allattamento artificiale, al contrario, può favorire le malocclusioni. Durante questo periodo è pertanto incentivato l`allattamento materno. Dopo lo svezzamento, durante l`eruzione dei denti decidui, l`alimentazione solida è particolarmente importante perché favorisce lo sviluppo armonico delle arcate dentarie
                                  • dai 4 ai 6 anni: è essenziale intervenire sui fattori responsabili di malocclusione o di un suo aggravamento (uso di succhiotti, abitudine a succhiarsi il dito, respirazione orale e postura linguale anomala): la loro eliminazione precoce è infatti in grado di ripristinare le normali condizioni occlusali
                                  • dopo i 6 anni, fino a 12-13 anni: il bambino presenta una dentizione mista; l`eruzione dei denti permanenti e la sostituzione dei denti da latte costituiscono un momento molto importante, da seguire con attenzione. È inoltre essenziale evitare, per quanto possibile, la perdita precoce dei denti da latte (per lo più a causa dell`instaurarsi di processi cariosi) che potrebbe determinare gravi malposizioni dentali nella dentatura permanente.

                         

                        Qualora sia necessario intervenire per correggere una malocclusione, sarà lo specialista che, in funzione del problema e dell`età del paziente, potrà definire la tempistica di intervento (più o meno precoce) e il tipo di apparecchio da utilizzare (mobile o fisso).
                        Esiste un momento “ideale” per cominciare il trattamento ortodontico? Una risposta univoca manca e molto dipende dalla problematica diagnosticata e dalle convinzioni personali del medico sulla validità di intervenire precocemente o meno. In linea di massima, i trattamenti ortodontici, sia con apparecchi mobili sia con apparecchi fissi, iniziano tra i 7 e i 12 anni, anticipando solo in casi specifici: nonostante gli innumerevoli dibattiti sui vantaggi di un timing precoce di trattamento, infatti, alla luce di risultati non sempre ottimali (il trattamento precoce richiede spesso una seconda fase tardiva), molti autori suggeriscono di rimandare fino a completa eruzione dei denti permanenti e fino a che lo sviluppo scheletrico non è completo o quasi completo. Questo sotto il profilo fisiologico. Se invece si valutano i benefici psicologici, la situazione cambia: una dentizione brutta da vedere, un brutto sorriso, un volto deviato possono avere un impatto negativo soprattutto negli adolescenti, che si sentono oggetto di scherno e derisione, mostrando scarsa autostima e sicurezza in se stessi, che aumentano all`aumentare dell`età. Se durante la preadolescenza il problema è poco sentito, durante l`adolescenza si trasforma in una “tragedia” per il giovane e per la sua famiglia.
                        È dunque importante che lo specialista valuti sia le problematiche puramente mediche sia le implicazioni sociali e psicologiche e definisca il timing di trattamento in funzione di un`analisi accurata di entrambi i fattori. Con un`ottimizzazione dei risultati e la massima soddisfazione di medico e paziente.